Una tragedia inattesa e ancora da spiegare nei dettagli questa mattina a Bari, dove un uomo di 78 anni è morto cadendo da una scala mentre lavorava su un impianto antincendio in un box condominiali al quartiere Picone, nei pressi di via Giulio Petroni, alle spalle della vecchia sede del Consiglio regionale.
Secondo una prima ricostruzione a causare la caduta dell’operaio, ed in conseguente volo di alcuni metri, sarebbe stata l’esplosione di una bombola di gas. Potrebbe in sostanza essere stata l’onda d’urto ad investirlo, facendolo cadere. Sono stati i residenti, a quanto pare, a riferire di aver sentito un boato.
Inutile l’intervento immediato di una ambulanza del 118, perché l’uomo era già deceduto quando i sanitari sono arrivati sul posto. Oltre a polizia e vigili del fuoco, le indagini saranno eseguite anche dallo Spesal, cui spetta il compito di accertare che l’uomo stesse lavorando con le adeguate misure di sicurezza. Intanto la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
Sulla tragedia si registra anche il commento dei sindacati. Antonio Castellucci, segretario generale della Cisl Puglia, che ha sede a pochi metri dal luogo dell’evento ha parlato di “mattanza” aggiungendo “che sia un operaio di 78 anni, da quanto apprendiamo, ad aver perso la vita mentre era intento a eseguire dei lavori probabilmente su un impianto antincendio e su una scala, ci lascia sbigottiti ed allo stesso tempo pone ancora l’accento sulla sicurezza e salute sul lavoro – aggiunge –. In attesa di conoscere i risultati dei rilievi e, nonostante i soccorsi siano stati immediati, ci poniamo tanti interrogativi sul perché un uomo di quell’età fosse ancora intento a lavorare. Ribadiamo l’estrema necessità di maggiori controlli, prevenzione e formazione”.
Il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, ha detto: “Voglio augurarmi non sia uno di quei casi in cui l’operaio era costretto da condizioni personali a lavorare a 78 anni. In ogni caso siamo qui a contare l’ennesima vittima sul lavoro, 51 lo scorso anno in Puglia, 1200 nel Paese, una strage che non trova nella politica quella reattività e le risposte conseguenti. Non è da Paese civile tutto questo”.
Emanuele Ronzoni, commissario straordinario della Uil Puglia ha affermato che “La misura è colma. Pensate se tutte quelle persone fossero morte a causa di stragi mafiose, oggi assisteremmo a un moto di indignazione generale, invece il fenomeno è troppo spesso sottovalutato. La politica, soprattutto, sia più attenta alle questioni del lavoro e della sicurezza, ci sono 1.200 morti ogni anno e noi chiediamo che ci si ponga l’obiettivo di zero morti sul lavoro. Questo è il nostro impegno: continuiamo a rivendicare misure utili per cancellare questa tragedia”