Anche nel 2021 l’Italia mostra numeri alti di eco reati, alimentati da interessi trasversali in cui si intrecciano sempre di più criminalità ambientale, economica e organizzata. E niente li ha ancora arrestati, neanche la crisi energetica, quella idrica o gli strascichi economici e sanitari derivati dall’emergenza Covid-19. Reati ambientali che passano dal traffico internazionale dei rifiuti fino agli incendi dolosi e la speculazione edilizia. A scattare la fotografia della situazione è Ecomafia, l’annuale rapporto di Legambiente, realizzato in collaborazione con le forze dell’ordine, che racconta le storie di delinquenza ambientale. Un report che però racconta anche storie di resistenza e manda messaggi di speranza che vengono da quei cittadini che hanno deciso di fare fronte compatto a difesa dell’ambiente e della legalità.
I dati e le storie dei reati ambientali, gli interventi delle Istituzioni e le politiche delle amministrazioni locali e regionali sono stati al centro dell’incontro nell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, organizzato da Legambiente Puglia, Arpa Puglia, Uniba e Link Bari.
“La Puglia si conferma stabile sul podio nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale con Bari, Foggia, Lecce e Taranto tra le 20 province italiane più colpite dai reati – ha commentato Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia – . Tra il 2017 e il 2021 sono stati commessi ben 16.347 reati ambientali, un numero importante che però vede la speranza nel grande lavoro delle donne e degli uomini che quotidianamente lavorano per la tutela del nostro territorio. Quello delle ecomafie è un tema che deve essere sempre più raccontato nei territori, ed è per questo che abbiamo deciso di presentare il rapporto presso l’Università e tra gli studenti. È fondamentale che ci sia sempre più coscienza e consapevolezze di questi fenomeni, affinché possano essere combattuti con un’alleanza strategia tra cittadini e forze dell’ordine”.
Per quanto riguarda la Puglia, invece, il rapporto 2022 dell’illegalità ambientale la colloca tra le prime regioni in termini di reati commessi, occupando il terzo posto con 3.042 reati accertati (il 9,9% sul totale nazionale), 984 sequestri effettuati, 2.714 persone denunciate e 62 arrestate. In quella nazionale le province di Bari e Foggia sono rispettivamente al sesto e nono posto con 789 e 651 reati accertati. Il resto delle province pugliesi contano per Lecce 501 reati (13° posto nazionale), Taranto 406 (18° posto nazionale), Barletta, Andria e Trani 109 e Brindisi 62. Inoltre, tra il 2017 e il 2021 in Puglia sono stati commessi 16.347 reati ambientali, 15.219 le persone denunciate, 157 le ordinanze di custodia cautelare e 5.161 i sequestri eseguiti dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto. La provincia più colpita è quella di Bari, con 4.743 reati, 4.190 persone denunciate, 42 arresti e 2.135 sequestri. Al secondo posto si colloca Foggia, con 3.227 reati, 2.051 persone denunciate, 41 arresti e 750 sequestri, seguita da Lecce, con 2.837 illeciti (sono esclusi dalle classifiche provinciali i dati dei Carabinieri Tutela Ambiente e Tutela Patrimonio Culturale, disponibili soltanto su base regionale).
Nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento, la Puglia si conferma al terzo posto con 1.033 reati (il 10,9% sul totale nazionale), 1.070 persone denunciate, nessun arresto e 320 sequestri effettuati. A livello nazionale, Foggia, Lecce, Bari, e Taranto sono rispettivamente al nono, decimo, tredicesimo e diciannovesimo posto con 175, 167, 144 e 92 infrazioni accertate. Per le altre province sono contati 26 reati per Brindisi e 24 per Barletta-Andria-Trani. Tra il 2017 e il 2021, inoltre, sono stati 4.871 gli illeciti, 5.266 le persone denunciate, 21 le ordinanze di custodia cautelare e 1.583 i sequestri.
Nel ciclo illegale dei rifiuti la Puglia scende al quarto posto, rispetto al terzo del precedente dossier, con 755 infrazioni accertate (l’8,9% sul totale nazionale), 901 persone denunciate, 61 arrestate e 362 sequestri effettuati; a livello nazionale, Bari, Foggia, Lecce e Taranto sono rispettivamente al terzo, sesto, diciottesimo e diciannovesimo posto con 251, 182, 99 e 94 infrazioni accertate. Per quanto riguarda le province di Barletta-Andria-Trani e Brindisi si contano rispettivamente 17 e 5 reati accertati. Inoltre, legato a questo reato, nella classifica che inquadra gli incendi negli impianti di trattamento, smaltimento, recupero dei rifiuti la Puglia si colloca settima con 95 roghi negli impianti (il 6,8% sul totale nazionale). Impressionante il numero di arresti scattati tra il 2017 e il 2021per contrastare la filiera illegale dei rifiuti, in particolare per quanto riguarda i traffici illeciti che vedono purtroppo la Puglia protagonista da tempo: sono state ben 120 le ordinanze di custodia cautelare eseguite nel periodo 2017-2021. Foggia è la prima provincia, con 1.024 reati e 34 persone arrestate, esattamente il doppio di quelle in provincia di Bari (17), seguita da Taranto (29). E sempre Foggia guida la classifica provinciale degli incendi, con 780 reati, seguita anche in questo caso da Bari (554).
Per quanto riguarda i reati contro la fauna e il racket degli animali (bracconaggio, il commercio di fauna protetta, tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo, nuove norme contro il maltrattamento degli animali, ecc), la Puglia si conferma al secondo posto con 588 infrazioni accertate (il 9,5% sul totale nazionale) 525 persone denunciate, nessun arresto e 255 sequestri effettuati. Nella classifica nazionale 2021 dell’illegalità contro la fauna, a livello nazionale, Bari è la prima tra le province pugliesi, la settima a livello nazionale, per reati con 156 infrazioni accertate. Lecce è dodicesima a livello nazionale con 125 reati accertati, Foggia quindicesima con 110 reati commessi e Taranto, sedicesima con 105 reati. Fuori dalla top 20 la BAT con 67 reati e Brindisi con 25 reati. Analizzando il periodo tra il 2017 e il 2021, inoltre, questa risulta essere la seconda filiera dell’illegalità ambientale è quella contro la fauna, con 4.206 infrazioni, 3.834 persone denunciate, 5 arresti e 1.745 sequestri. Anche in questo caso è Bari a guidare la classifica provinciale, con 1.953 reati e 3.834 persone denunciate. Molto staccata al secondo posto si colloca Lecce (682 illeciti) e a seguire Foggia, con 527 reati.
Sono 10 le proposte di modifica normativa per rendere più efficace l’azione dello Stato a partire dall’approvazione delle riforme che mancano all’appello e su cui il Governo Meloni deve dare delle risposte concrete, anche in vista della prossima direttiva europea sui crimini ambientali.
Tra queste occorre approvare anche in questa legislatura la costituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (la cosiddetta Commissione Ecomafia); inserire i delitti previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo (423 bis) tra quelli per cui non scatta la tagliola dell’improcedibilità, approvare il ddl contro le agromafie, introdurre nel codice penale i delitti contro gli animali, emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente.
Nei mesi di giugno e luglio 2022 Legambiente Puglia ha organizzato la prima edizione di Festambiente Puglia, evento itinerante che si è posto lo scopo di sviluppare una cultura della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente utilizzando linguaggi diversi come l’arte e la musica insieme a dibattiti e tavole rotonde con cittadini e istituzioni. In quell’occasione Legambiente ha premiato il lavoro svolto da Istituzioni, Amministrazioni locali, Forze dell’Ordine, Procure e imprese virtuose nella lotta ai reati ambientali e nel lavoro svolto per creare un ambiente sostenibile e protetto. Legambiente Puglia continua a monitorare le attività di prevenzione e tutela ambientale accendendo un nuovo faro sulle storie positive della regione con il premio Festambiente Puglia 2023 nel corso della prossima estate.