Finalmente un primo, serio e concreto provvedimento contro le aggressioni dei medici e degli operatori sanitari in generale nei pronto soccorso. In tutti i presidi della Asl Bari è stato attivato in un sistema di allarme direttamente collegato alla Questura. Basterà premere un pulsante per richiedere in tempo reale l’intervento delle forze dell’ordine. E’ un sistema ritenuto comodo e sicuro posizionato negli ambulatori o nelle sale rosse, ovviamente non in vista, ma a portata di operatore.
L’installazione dei dispositivi di telesoccorso, nei sette presidi ospedalieri di Bari e provincia, è il risultato di una intesa raggiunta fra la direzione generale della Asl e la Questura, con il coordinamento della Prefettura, in seguito alle recenti aggressioni avvenute ai danni degli operatori sanitari. Gli episodi di aggressività sia verbale che fisica nelle strutture sanitarie sono molto frequenti, soprattutto nei servizi di emergenza-urgenza (Pronto Soccorso, Seu 118, Continuità assistenziale), strutture psichiatriche (Centri di Salute mentale e servizio psichiatrico di diagnosi e cura); Serd e luoghi di attesa, ad esempio nelle farmacie territoriali.
Soddisfazione è stata espressa dal direttore generale Antonio Sanguedolce: “Ringrazio Questura e Prefettura – dichiara – per il supporto fornito, l’allarme farà da deterrente e serve a tutelare i nostri operatori che potranno chiedere aiuto in casi di emergenza spingendo semplicemente un pulsante”.
I numeri la dicono lunga sulla gravità del problema, molto spesso causato da chi non ha un’idea di cosa sia la convivenza civile e soprattutto non ha fiducia nell’operato dei medici e degli operatori sanitari, sempre in prima linea nella salvaguardia della salute. Dal primo gennaio scorso ad oggi sono 33 le denunce di aggressioni, sia verbali che fisiche, ai danni di operatrici e operatori sanitari raccolte dal Servizio di Prevenzione e Protezione Aziendale (Sppa) della Asl. “I numeri delle denunce – spiega Sanguedolce – evidenziano il maggiore ricorso da parte dei dipendenti allo strumento della denuncia, anche nei casi di offese o minacce verbali che non sfociano necessariamente in aggressioni fisiche. Prima questo non accadeva, gli operatori subivano senza difendersi, ora c’è più attenzione. Questo ci fa capire che siamo sulla strada giusta perché gli operatori si sentono maggiormente protetti e tutelati”.