La CIDI – Comunità Islamica d’Italia – si prepara a festeggiare in piazza a Bari l’Eid Al Adha, la festa del sacrificio. Per calcolare il giorno esatto di questa festa occorre far riferimento, come previsto dalla religione islamica, al decimo giorno di Zul-Hijjah, dodicesimo e ultimo mese lunare. Quest’anno l’Eid Al Adha sarà celebrato in tutto il mondo il prossimo 28 giugno. Dunque, nel capoluogo pugliese la CIDI accoglierà i fedeli in piazza Massari, nel centro della città. L’evento è organizzato in collaborazione con l’assessorato al Welfare del Comune di Bari. A partire dalle 7:00 del mattino i fedeli si ritroveranno in piazza Massari, stenderanno i tappeti (portati da casa) in piazza e per circa un’ora pregheranno all’aperto rievocando il sacrificio di Abramo che testimonia la massima obbedienza e l’infinita misericordia di Allah. All’importante evento religioso parteciperà l’assessore al Welfare del Comune di Bari, Francesca Bottalico. I festeggiamenti termineranno intorno alle 8:00.
Il significato del termine “Adha” indica sacrificare ed è riconducibile alle prove che sarebbero state superate dal profeta Abramo e dalla sua famiglia che, secondo i musulmani, era costituita da Hagar e dal loro figlio primogenito Ismaele. Storia e fede si intrecciano nell’Eid Al Adha, la festa religiosa più importante, in ordine cronologico dopo quella di fine Ramadan, per i musulmani.
La giornata dedicata ad Allah comincerà alle 7:00 con la preghiera collettiva guidata dall’Imam, che si conclude con un breve sermone. Poi si darà il via alla festa con il classico scambio di regali tra i bambini. Come da tradizione i musulmani indosseranno abiti lunghi bianchi, per rievocare il contestuale pellegrinaggio alla Mecca, e di colori vivaci, in segno di festa. A seguire, in casa, in famiglia, la degustazione di cibi e dolci tipici.
“Eid Al Adha”, ovvero il giorno della grande festa coincide, secondo gli islamici, con quello della fine del pellegrinaggio alla Mecca in Arabia Saudita: un’esperienza interamente dedicata ad Allah, della durata di 12 giorni, che almeno una volta nella vita tutti i musulmani (esclusi coloro che non sono in buone condizioni fisiche e gli indigenti) hanno l’obbligo di vivere, come recita il Corano.