TOMMY TEDONE

La villa di Savinuccio diventerà un asilo nido per bambini grazie ai fondi del Pnrr

L’agenzia per la Coesione territoriale (con Decreto n. 473/2022) ha pubblicato oggi l’elenco dei progetti ammessi a finanziamento per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, a valere su risorse PNRR.

Il Comune di Bari è risultato aggiudicatario del finanziamento per i progetti del Micronido della Marina, in località San Giorgio, per un importo di € 1.500.000, e della Fattoria sociale Chiancone, nell’agro di Ceglie del Campo, per un importo di € 3.600.000.

Nel caso di San Giorgio, l’immobile oggetto di intervento, in strada detta della Marina 104, è una villa in pessimo stato di conservazione su tre superfici, con un’area esterna che si estende su circa 600 metri quadri. Il progetto di valorizzazione prevede la riconversione della villa in un micronido d’infanzia per bambini in età compresa tra i 3 e i 36 mesi, in un contesto attualmente privo di servizi per l’infanzia. L’edificio apparteneva al boss di Japigia, Savino Parisi.

Nel secondo caso il complesso immobiliare individuato si trova nella periferia a ovest dell’abitato di Ceglie del Campo, in contrada Chiancone, una zona caratterizzata dalla presenza di cave, oggi in stato di abbandono, delimitata a est dal Torrente Picone. Il progetto di valorizzazione prevede di destinare tanto i manufatti esistenti quanto i terreni ad esso adiacenti ad alloggi sociali per soggetti in condizione di marginalità, (ai sensi dell’art. 76 della Legge Regionale n. 4/2007) e ad attività di sostegno volte al loro inserimento lavorativo attraverso la realizzazione di un micro-birrificio artigianale con impianto di produzione, atelier didattici e servizi al pubblico e terreni da coltivare ad orto.

“Il riuso sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata è uno strumento fondamentale per restituire almeno in parte alla comunità e al territorio di riferimento quanto la mafia ha sottratto loro – commenta l’assessore al Patrimonio Vito Lacoppola -. Il finanziamento di queste progettualità in due quartieri storicamente segnati da una forte presenza criminale è perciò un’ottima notizia per la nostra città, che in due immobili appartenuti a esponenti di spicco di clan locali vedrà nascere esperienze innovative pensate la prima per colmare una storica carenza di servizi territoriali rivolti alla primissima infanzia nel territorio di Torre a Mare, l’altra per coniugare il diritto all’accoglienza e quello al lavoro secondo un approccio che mira a garantire la sostenibilità dell’intervento.

Le politiche per la riconversione a fini sociali di immobili confiscati alle mafie messe in campo da questa amministrazione negli ultimi anni hanno consentito la nascita di realtà importanti come quella di Amaranta, il primo centro diurno per vittime di tratta inaugurato il mese scorso, sempre sul litorale di San Giorgio, o di Artemisia, a Santo Spirito, un complesso ricettivo con al suo interno un bed&breakfast, un bistrot e spazi per la socializzazione animati dal lavoro di ragazzi privi di reti familiari”.

“Con questa ultima ammissione a finanziamento, possiamo dire che il Piano comunale per i servizi all’infanzia è completamente finanziato – sottolinea l’assessore alle Politiche educative e giovanili Paola Romano -. Infatti questo asilo sulla costa a sud si inserisce in un programma di candidatura per la realizzazione di nove nuovi asili nido diffusi su tutto il territorio cittadino. Si tratta di un intervento dal valore particolare perché in un immobile sottratto alla criminalità realizzeremo un luogo di cura di eccellenza, per di più in un quartiere che non ha questo servizio. A questi nove asili si aggiungono, inoltre, l’asilo del Policlinico e quello di prossima realizzazione a Carbonara: in questo modo contiamo di assicurare circa 650 nuovi posti necessari per raggiungere l’obiettivo indicato dalla Commissione europea, che chiede agli Stati membri di garantire almeno 1 posto ogni 3 bambini”.

Entrambi gli interventi rientrano nella strategia di riuso e riconversione dei beni confiscati alle mafie a usi sociali, che costituisce buona pratica a livello nazionale e che è stata condotta dalla ripartizione Patrimonio, in collaborazione con l’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata del Comune di Bari, su presupposti di auto-sostenibilità e partecipazione.