TOMMY TEDONE

In Puglia il mare migliore d’Italia grazie anche ai depuratori

Per il terzo anno consecutivo le acque di balneazione pugliesi guadagnano il primato per qualità tra i mari italiani, secondo i test condotti dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. Il risultato è, per la gran parte, ascrivibile all’impegno profuso dall’Autorità Idrica Pugliese, come spiega il presidente Toni Matarrelli: «Siamo molto orgogliosi di questo traguardo, a cui abbiamo contribuito attraverso una programmazione capillare e una cospicua mole di investimenti, sempre in sinergia con il Governo regionale. Lo dicono i dati: dal 2012 il 35% degli investimenti effettuati annualmente in Puglia sul servizio idrico integrato ha interessato il potenziamento e l’adeguamento dei depuratori (sui quali gravavano importanti carenze strutturali e disfunzionalità), impiegando fondi derivanti dalla tariffa idrica e dalle programmazioni comunitarie. Dal 2018 ad oggi sono stati programmati interventi per circa 310 milioni di euro proprio su 32 impianti di depurazione che scaricano in mare, al fine di garantire la qualità delle acque di costa e la tutela della salute dei bagnanti. Parallelamente, per limitare il più possibile gli scarichi nelle acque di balneazione ed incentivare il riutilizzo dell’acqua reflua affinata, negli ultimi anni l’AIP ha coadiuvato la Regione Puglia nell’attuazione di strategie finalizzate al riutilizzo e per definire interventi volti alla rifunzionalizzazione del sistema depurazione-riutilizzo, sia per ciò che concerne i presidi depurativi, sia per quanto riguarda le reti irrigue. Per noi l’obiettivo è ambizioso: la transizione definitiva verso l’economia circolare, raggiungendo i limiti allo scarico previsti dalla normativa nazionale e quelli più stringenti previsti per il riutilizzo della risorsa idrica depurata».

Dei 185 impianti pugliesi, solo il 18% scarica direttamente in mare (a fronte di un 75% tra suolo e lame e di un 7% in torrenti e fiumi), mentre lo scarico indiretto nei corpi idrici (canali, lame e torrenti) e sul suolo (trincee drenanti) vi determina comunque una pressione.  In questo senso, AIP, garantito il fabbisogno strutturale degli impianti sottodimensionati (72 depuratori potenziati tra il 2016 e il 2020), ha programmato per il periodo 2020-2045 interventi di sistemazione completa per ciascuno dei depuratori.

Spettando dal 2014 all’Autorità anche l’approvazione dei progetti definitivi delle misure previste nel Piano degli interventi proposto dall’Acquedotto Pugliese, è stato possibile entrare nel merito tecnico delle strategie proposte per la risoluzione delle criticità peculiari di ciascun impianto e acquisire così maggiore controllo rispetto al raggiungimento degli obiettivi indicati dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA). Tra il 2016 e il 2021, l’ammontare complessivo degli investimenti nel comparto depurazione è stato di circa 60-65 milioni di euro annui, equipartito tra gli investimenti programmati e realizzati (sempre in pareggio grazie ad un monitoraggio puntuale) e la manutenzione straordinaria necessaria al mantenimento degli standard raggiunti con gli interventi infrastrutturali.

Inoltre, il Piano d’Ambito 2020-2045 approvato a marzo di quest’anno prevede, sempre per il comparto depurativo, interventi per complessivi 1.690 milioni di euro con cui, oltre a tenere alto lo standard della capacità di trattamento, si potrà garantire il riutilizzo irriguo e civile della risorsa, ridurre le emissioni odorigene, migliorare la gestione dei fanghi di depurazione. Meritano attenzione gli investimenti pianificati per le opere di allontanamento in mare dei reflui depurati mediante la realizzazione di condotte sottomarine, in special modo in casi in cui lo scarico avviene in prossimità di aree marine protette o di coste di elevato pregio dal punto di vista turistico: la cifra complessiva è di circa 1300 milioni di euro. Nel breve e medio termine, Regione Puglia ed AIP hanno inoltre previsto una prima serie di interventi mirati a adeguare le esistenti stazioni dei presidi depurativi o a realizzare una stazione dedicata all’interno di essi, calcolando un ipotetico risparmio idrico superiore a 50 mm3 l’anno.