TOMMY TEDONE

“Ci sono ma non si vedono”: la mappa nascosta della città di Bari

È stato presentato, nella sala giunta di Palazzo di Città, “Ci sono ma non si vedono: Reimagining Bari”, il progetto promosso dall’accademia del design e della grafica IDEAcademy, con la collaborazione di SudFormazione (ente di formazione accreditato Regione Puglia) e il patrocinio del Comune di Bari, per raccontare Bari da una prospettiva inedita e descriverla in maniera inusuale.

All’incontro sono intervenute l’assessora alle Culture Ines Pierucci, il responsabile di SudFormazione e IDEAcademy Nicola Minardi, i co-autori e coordinatori del progetto Pierangelo Di Vittorio e Giuseppe Santoro alla presenza dei ragazzi e ragazze coinvolti nel progetto.

L’idea progettuale parte dalla suggestione che, se gli alieni fossero visibili, i diversi sarebbero loro e la “diversità” sarebbe, dunque, loro appannaggio; invece sono invisibili, il che spinge chiunque sia interessato ad adottare una prospettiva diversa, a provare a mettersi nei loro panni per guardare il mondo con gli occhi di un alieno, estraniandosi dalle consuetudini per scoprire qualcosa di nuovo, fuori e dentro di sé. Un esercizio che può portare l’osservatore a diventare altro da sé per reinventare il mondo attraverso questo sguardo rinnovato.

In questo senso il what if dello sbarco degli alieni invisibili diventa il punto di partenza del progetto: la ricerca di queste presenze ineffabili trasformerà i partecipanti in strani detective attraverso il passaggio da una postura rappresentativa a una postura riflessiva. Gli alieni funzioneranno come una sorta di specchio mediante il quale, uscendo da loro stessi, i partecipanti potranno osservarsi in modo diverso. In altri termini la ricerca dei “senza volto” finirà per dare un volto ai ragazzi coinvolti.

L’incontro con la stampa è stato introcdotto dalla proiezione di un trailer del laboratorio urbano (disponibile al link https://we.tl/t-SncYfzDMck).

“Chi vive il periodo tra la formazione scolastica e il mondo del lavoro si trova in un guado nel quale è difficile districarsi – ha commentato Ines Pierucci -, a meno che non si provi a indirizzare le proprie energie e creatività nel percorso più consono alla propria personalità.

Il progetto Reimagining Bari di IdeAcademy stimola le nuove generazioni, in procinto di affacciarsi sulla scena professionale, a partire dall’immaginazione e da una nuova lettura del territorio che si trasforma al passo con l’attualità.

La suggestione di Ballard sulla Terra considerata come vero pianeta alieno è il primo passo per invitare i partecipanti, attraverso la fantascienza e il serissimo gioco filosofico proposto, a raccogliere il maggior numero possibile di frammenti di futuro per provare a unirli insieme per dare senso al presente”.

“Dopo il celebre scherzo radiofonico di Orson Wells, lo sbarco degli alieni è diventato un luogo comune – ha sottolineato Pierangelo Di Vittorio -. Il project work di IDEAcademy intende stimolare la creatività attraverso un esperimento di comunicazione sociale. Per fare questo si è immaginato che gli alieni fossero invisibili: non potendo dare nulla per scontato, saremo costretti ad attraversare lo specchio per entrare nell’ignoto. Sappiamo che ci sono, ma siccome non sappiamo nulla di loro, dovremo immaginarli, inventarli, metterci nei loro panni. In questo modo, diventando noi stessi un po’ alieni, avremo la possibilità di riscoprire noi stessi e la nostra città.

L’alieno è in fondo la metafora dell’altro, del diverso. Lo spazio sociale è sempre attraversato da “alieni”: tutte le persone o i gruppi sociali che identifichiamo come diversi. La stigmatizzazione consiste nel marchiare l’altro come alieno, facendone il depositario di tutto ciò che differisce dalla normalità. C’è un famoso slogan che recita: “Da vicino nessuno è normale”. Noi potremmo dire: “Da vicino siamo tutti alieni”. L’invisibilità degli alieni è un modo per disinnescare le etichette che proiettiamo sugli altri, facendoci carico della “nostra” diversità. Solo se riusciremo ad accettare l’altro che è in noi, sarà possibile costruire un legame sociale più ampio, più ricco e più intenso”.

“L’accreditamento dei nostri corsi in Regione è solo parte della nostra mission – ha spiegato Nicola Minardi – che si completa con una preparazione dei nostri allievi targettizzata sulle esigenze del mondo del lavoro. Il dialogo con le agenzie pubblicitarie, con gli studi di progettazione, con le aziende ci permette di capire quali siano le hard skills richieste, consentendoci di adattare i nostri programmi didattici al mondo reale. Questo project work con il Comune di Bari, sempre pronto ad ascoltare le esigenze del territorio, si inserisce in questo percorso di crescita professionale dei nostri ragazzi. E il coinvolgimento del Comune, ma questo vale anche per le altre collaborazioni, è parte della nostra mission: dialogare con i principali attori del territorio e offrire agli studenti la migliore esperienza formativa possibile. Citando Guido Dorso: “La rivoluzione italiana sarà meridionale o non sarà. La nostra sarà una rivoluzione creativa”.

“Raccontare un territorio, evitando di ricadere nei soliti cliché, non è certo facile; far sì che questo racconto venga fatto da dei ragazzi poco più che ventenni lo è ancor meno – ha concluso Giuseppe Santoro -. Per raccontare è necessario inventare, documentarsi e raccogliere, ma per farlo è spesso necessario perdersi. E proprio per “perdersi”, gli studenti IDEAcademy sperimenteranno il metodo della deriva urbana. ‘Le strade non conducono più soltanto a luoghi, sono esse stesse luoghi’, scriveva lo scrittore e progettista del paesaggio J. B. Jackson, che non guardava a un paesaggio prossimo alle rappresentazioni classiche ma a quello più inedito, creato dalle abitudini (nuove e vecchie), dalle relazioni e dagli spazi vuoti, quelli solitamente non percepiti perché marginali. Il tema degli alieni è la leva che muove il gioco e il progetto. Solo diventando in qualche modo estranei a se stessi e cominciando a considerarsi un po’ come alieni, sospendendo ciò che ci fa sentire a casa nostra, è possibile stabilire quel rapporto di reciprocità necessario affinché si crei un clima cooperativo e si possa costruire un mondo inedito e comune al tempo stesso.

Il nostro project work intende insistere sullo shock dell’estraneità innescato da un’immaginaria invasione aliena, con i suoi inaspettati effetti di verità, e il cui vissuto può diventare volano per inediti percorsi creativi, personali e collettivi. Il laboratorio urbano ha come obiettivi l’ampliamento degli orizzonti culturali, l’educazione alla comprensione, la ricerca di valori comuni, l’arricchimento reciproco, la formazione del cittadino ‘del mondo’ e soprattutto, parlando di studenti di un biennio di grafica e comunicazione, la preparazione alla vita professionale”.

Il progetto in corso, che coinvolge 30 studenti di IDEAcademy, si articola in diverse fasi.