Un operaio intento a rimuovere manualmente e a sezionare onduline in presunto cemento amianto, non trattate preventivamente con fissativo, con inevitabile sbriciolamento di parti di esse è stato sorpreso da personale del Settore Polizia Giudiziaria, Ecologia ed Ambiente della Polizia locale di Bari, unitamente ad altro personale del Settore Viabilità. E’ stato possibile grazie alla segnalazione da parte di un cittadino alla Centrale Operativa del Comando di Polizia Locale di Via Aquilino, con cui si ipotizzava la presenza di alcuni pannelli lasciati per strada, presumibilmente in cemento amianto, nel quartiere Libertà.
Così il personale è intervanuto, in primis, su un lastrico solare di un edificio ove era presente un operaio, intento a rimuovere manualmente e a sezionare onduline in presunto cemento amianto, non trattate preventivamente con fissativo, con inevitabile sbriciolamento di parti di esse.
Immediatamente si ordinava la sospensione dell’attività di rimozione del materiale, presumibilmente in cemento-amianto, che avrebbe dovuto essere, per norma tecnica, prima trattato e poi smaltito, utilizzando un apposito piano di lavoro.
Si accertava, in seguito, che sul marciapiede antistante l’edificio oggetto della rimozione del cemento amianto vi era la presenza di circa 15 (quindici) onduline delle dimensioni di mt. 1,40 x 1,20 nonché di una tubazione della lunghezza di mt. 1,50 circa, in presunto cemento amianto, avvolte all’interno di un telone in plastica. Le stesse risultavano rotte e non trattate preliminarmente alla rimozione e pertanto non rispettavano la normativa vigente inerente il deposito preliminare dei rifiuti pericolosi. All’uopo si provvedeva a prelevare un campione del materiale per il successivo inoltro e le relative analisi all’Arpa Puglia.
Considerato che le quindici onduline e la tubazione erano state rimosse senza aver redatto alcun piano di lavoro previsto dal D. Lgs. n. 81/08 e depositate non rispettando la normativa inerente il deposito preliminare dei rifiuti pericolosi, si provvedeva a porre sotto sequestro giudiziario l’area oggetto del deposito incontrollato, contenente presunto cemento amianto. Successivamente la zona veniva delimitata mediante recinzione metallica, nastro bicolore ed apposizione di cartello indicante il sequestro giudiziario. Il titolare dell’impresa esecutrice dei lavori era nominato custode giudiziario.
Si procedeva, infine, a denunciare il titolare dell’impresa e il soggetto committente dei lavori per aver rimosso onduline e una tubazione in presunto cemento amianto senza alcuna redazione di un piano di lavoro e aver posato il materiale predetto sul marciapiede senza rispettare le norme relative al deposito preliminare dei rifiuti speciali pericolosi.