La Guardia di Finanza di Bari, nell’ambito di indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica, a decorrere dal 1° gennaio 2022, ha eseguito provvedimenti di sequestro (penale, di prevenzione e ai sensi della normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti) per oltre 300 milioni di euro, in attuazione di una ormai consolidata sinergia operativa tesa alla sistematica aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati. Infatti, le infiltrazioni della criminalità nell’economia legale continuano ad essere una minaccia persistente per il nostro Paese e per l’intera area territoriale di riferimento, anche alla luce della costante evoluzione delle compagini delinquenziali, le quali – pur mantenendo i tradizionali metodi “mafiosi” – nella loro nuova connotazione affaristica ricorrono usualmente a complessi schemi volti al riciclaggio di capitali illeciti, a condotte di corruzione e frodi di natura patrimoniale-finanziaria, per perseguire una mirata azione di penetrazione nel tessuto economico-sociale, con l’intento di alterare la correttezza degli scambi economici e ledere gravemente il sistema istituzionale. In tale quadro si inserisce la collaborazione dell’Ufficio giudiziario barese con la Guardia di Finanza, Corpo istituzionalmente chiamato a contrastare i fenomeni illeciti lucrogenetici che, da tempo, ha intrapreso un virtuoso processo evolutivo fondato sul costante miglioramento delle competenze dei propri investigatori, nonché sul ricorso a nuove tecnologie e all’informatica operativa (in grado di elaborare grandi masse di dati e individuare le più diversificate dinamiche criminali). Nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Bari l’attuale approccio operativo delle Fiamme Gialle baresi si pone, in particolare, l’obiettivo di cogliere le singole sfaccettature delle proiezioni economiche e finanziarie della criminalità, facendo leva su tutte le potestà riconosciute ai suoi appartenenti e sulla maturata capacità di leggere in modo trasversale gli accadimenti economici. Ciò mediante la preventiva analisi fenomenica delle dinamiche delinquenziali del contesto territoriale di riferimento, anche attraverso la valorizzazione del patrimonio informativo riveniente dalle segnalazioni di operazioni sospette. L’obiettivo comune, in concreto, è quello di individuare e aggredire ogni forma di ricchezza illecita, anche con riferimento a contesti non espressamente correlabili a delitti tipici di criminalità organizzata. In questa prospettiva, le attività investigative dirette dalla locale Procura sono tese a fare emergere i patrimoni illeciti direttamente e indirettamente riconducibili ai soggetti investigati, detenuti anche all’estero, attraverso approfondite investigazioni economico-patrimoniali, ricostruendo l’origine e la destinazione dei pertinenti flussi finanziari. Tra i risultati più significativi in tema di aggressione ai patrimoni illeciti si richiamano quelli conseguiti in relazione alle seguenti fenomenologie criminali: – frodi fiscali connesse all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, anche mediante l’utilizzo di sofisticati software per la gestione della contabilità “in nero”. Esemplificativa, in tal senso, è l’operazione “Doppia estrazione” del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari della Guardia di Finanza che ha consentito di scoprire un programma gestionale, utilizzato da numerosi odontoiatri e ideato da un ingegnere informatico, per la tenuta di un sistema di contabilità occulto rispetto a quello ufficiale.