Questa mattina, al Sacrario militare dei Caduti d’Oltremare, la Città di Bari e l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia hanno celebrato il 78° anniversario della Liberazione nazionale con una cerimonia commemorativa, alla quale hanno partecipato il sindaco Antonio Decaro, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il prefetto Antonia Bellomo, il generale di squadra aerea Silvano Frigerio e il presidente del comitato provinciale dell’Anpi Pasquale Martino.
“Buona festa della Liberazione a tutti gli italiani – ha esordito Decaro – perché questa giornata sia di tutti, perché questa giornata sia la festa dell’Italia libera, dell’Italia che si riconosce nei valori della democrazia, dell’antifascismo e dell’unità nazionale. Il 25 aprile è per noi un appuntamento con la storia, la storia di un popolo che ha resistito, combattuto e sconfitto il nazifascismo per consegnarci la libertà di vivere in un Paese che ha ripudiato la guerra come strumento di risoluzione delle controversie, che ha scritto a chiare lettere nella Costituzione più bella del mondo che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Queste parole che in tanti, forse, oggi considerano scontate, e che probabilmente per questo tendono a sottovalutare, sono scritte sì con la forza delle idee dei Costituenti ma ancor prima con il sangue delle donne e degli uomini che hanno perso la vita per consegnare a noi oggi l’Italia libera. Per questo abbiamo il dovere tutti di celebrare questa giornata, a cominciare dai rappresentanti istituzionali che, all’inizio del loro mandato, giurano sulla Costituzione fedeltà alla Repubblica. Una Repubblica nata dalle macerie di un’atroce guerra civile”.
Anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha partecipato alle celebrazioni per il 78° anniversario della Liberazione, prima al Sacrario dei Caduti di Oltremare di Bari e poi alla deposizione della corona sulla lapide in ricordo dei caduti partigiani a Palazzo di Città
“Sono servite troppe parole in Italia per celebrare il 25 aprile – ha detto – la festa con la quale noi ricordiamo il sacrificio di tutti coloro che ci consentono oggi di vivere in democrazia. Troppe parole, troppi articoli, come se il due giugno si dovesse fare polemica sulla festa della Repubblica. È una di quelle cose che dovrebbe tenerci uniti e che invece da l’occasione a molti di sprecare il fiato. Mi auguro che questa festa, man mano che il tempo passa e rassegnandosi tutti all’evidenza dei fatti della storia, possa essere davvero la festa di tutti gli italiani che non si sono arresi al nazifascismo”.