TOMMY TEDONE

A San Nicola i vespri della quaresima saranno una preghiera per la pace

“Ad un anno di guerra in Ucraina, quale il bilancio? I dati spaventano: perdite abissali di militari, barbarie e bombardamenti su civili, crimini di guerra, città trasformate a “scheletri”, economia in ginocchio, discorsi apocalittici, minacce nucleari”. E’ la riflessione di padre Giovanni Distante Rettore Basilica San Nicola a Bari.

Per questo i Padri Domenicani, come già lo scorso anno all’indomani dell’inizio della guerra, ogni mercoledì di Quaresima, alle ore 19.30, inviteranno fedeli e devoti di San Nicola ad unirsi alla celebrazione dei Vespri per implorare il dono della pace.

“Sono dati che spengono la speranza di una pace imminente – dice padre Distante – anche perché sui due fronti sembrerebbe non ci sia una vera intenzione di porre fine a questa guerra inutile, quanto infondata: entrambi i fronti si sentono ostaggio. Ostaggio di chi o di cosa? Un dato è certo, e l’ha denunciato apertamente papa Francesco: “La guerra è un sacrilegio, smettiamo di alimentarla!”. Come fermare questa guerra “fratricida”. Mettere al centro la diplomazia e la cooperazione internazionale, anche se la più auspicabile, si sta presentando una strada ardua da percorre, perché affidata ad una politica, oggi quanto mai debole sull’orizzonte internazionale”.

Per padre Distante “la nostra esperienza di custodi della Basilica Pontificia San Nicola, dove giungono ogni anno migliaia di pellegrini appartenenti alle diverse confessioni cristiane e provenienti da ogni parte del mondo, insegna che vi è una “accoglienza ecumenica” che aiuta a riscoprirsi “fratelli”, liberando dalla tentazione di qualsiasi idea di divisione, lotta, aggressione, violenza, terrorismo, guerra. È nello spirito di questa “accoglienza ecumenica”, vissuta nel segno di San Nicola, amato e venerato dall’Oriente e dall’Occidente cristiani, che papa Francesco si è incontrato a Bari nel 2018 con i Patriarchi ortodossi e cattolici del Medio Oriente, e nel 2020 con i Vescovi cattolici del Mediterraneo, favorendo il dialogo fra “chiese sorelle” e la “fratellanza umana” tra popoli e nazioni diverse. “Nemica della pace non è solo la guerra, ma anche l’indifferenza”, insegna papa Francesco. Per non restare “indifferenti” alla guerra, il 21 dicembre 2022 la Chiesa italiana, rappresentata simbolicamente dal presidente CEI, si è ritrovata sulla tomba di San Nicola per trasformare il desiderio di pace in “preghiera, sofferta, per certi versi drammatica invocazione”.